Alla Fondazione di San Pietro di Morubio einquella di Colognola già sottoposte trecento persone tra gli anziani ospiti e i lavoratori
Una manciata di ore per alzare una barriera in grado di proteggere le case di riposo dal Covid. Sono iniziate le vaccinazioni all’interno delle strutture per anziani della provincia e tra le prime ad aver completato la «fase uno», in attesa del richiamo, ci sono la Fondazione Gobetti di San Pietro di Morubio e la Marangoni di Colognola ai Colli. «L’adesione è stata di massa, la percentuale di dissenzienti quasi nulla, anche tra i lavoratori, e questo anche grazie ad una campagna informativa paziente e mite in cui la direzione sanitaria e quella generale si sono messe a disposizione di familiari, amministratori di sostegno e lavoratori per approfondimenti di ogni tipo», spiega Tomas Chiaramonte, direttore delle due strutture. Alla Gobetti le vaccinazioni sono cominciate giovedì, ieri alla Marangoni e in entrambi i casi termineranno questa mattina, per un totale di circa trecento persone tra anziani e lavoratori. Un muro anti-Covid si è così alzato in queste due case di riposo dove in realtà il virus si è infiltrato molto meno che altrove: mentre a San Pietro di Morubio non si sono mai registrati casi di contagio, la Marangoni è rimasta covidfree per dieci mesi, poi in novembre ci sono stati una decina di positivi che sono stati isolati ed oggi è completamente negativizzata. Un sospiro di sollievo quindi, per tutti gli operatori, gli ospiti, i familiari rimasti col fiato sospeso per giorni. «Il Coordinamento dei centri servizi per anziani dell’’Ulss 9», spiega il direttore, che ne è membro, «ha chiesto fin da subito di cominciare la campagna vaccinale dagli anziani nelle residenze assistenziali e dal personale che se ne occupa, considerato che sembrava un dovere morale, oltre che una scelta intelligente per ridurre il più possibile la mortalità del virus». Dai dati raccolti fino ad ora, sottolinea Chiaramonte, vaccinando l’1,3 per cento della popolazione, cioè gli over 90, si possono ridurre del 19 per cento i decessi; vaccinando chi ha più di ottant’anni, la riduzione raggiunge invece il 58 per cento e l’82 per cento se si garantisce il vaccino agli over 70. E ancora, vaccinando il 29,7 della popolazione, ossia tutti coloro che hanno più di sessant’anni, si possono ridurre del 91 per cento i decessi. «Per questo motivo», prosegue, «le strutture per anziani hanno lavorato senza alcuna sosta festiva completando rapidamente tutti gli adempimenti richiesti per iniziare a inoculare». «L’Ulss», continua il direttore Chiaramonte, «che ha il difficile compito di organizzare una campagna vaccini in più di settanta sedi di strutture per anziani e in diversi poli ospedalieri, ha iniziato in modo massivo dagli ospedali sul finire dell’anno scorso proseguendo successivamente con le realtà per anziani», conclude Chiaramonte. E rispettando un ordine stabilito dalla legge: prima gli ospiti e i lavoratori delle case di riposo covidfree, poi le altre, in rapida successione.
Fonte: L’Arena del 9 Gennaio 2021 – Francesca Lorandi